Vivarium

Di che film parlo oggi?
Oggi ho deciso di parlare di un film particolare: Vivarium, diretto da Lorcan Finnegan e presentato all'ultimo festival di Cannes.
Di che parla la trama?
Gemma e Tom stanno insieme da pochi mesi, e hanno deciso di prendere una casa, ad un certo punto si imbattono in una strana agenzia immobiliare, con un bizzarro agente che li fa entrare a Yonder, uno strano quartiere con casette tutte uguali, il clima eternamente mite, le nuvole tutte uguali che sembrano messe come fossero in un quadro e un silenzio da oltretomba.
Durante la visita al quartiere, i due sembrano apprezzare, visitano la casa, vedono che non manca proprio niente - ma Dio bono, perché si fidano di quello strano tizio? - non immaginando che quella visita sarà un arrivo senza poter tornare indietro.
Nel bel mezzo della visita infatti lo strano agente sparisce, i due giovani si mettono in macchina e curiosamente, tornano sempre alla villetta numero nove.
Non è possibile uscire da Yonder, se ne rendono conto subito, ma specialmente Tom non ne vuole sapere.

Dopo due giorni trovano un pacco con dei viveri, e il giorno dopo ancora, un pacco con un neonato.
Solo che qui le cose si complicano, perché  per poter uscire di lì, devono crescere il bambino.
Vi dico subito che ho scoperto questo film in rete, e ne sono rimasta subito attratta, così ieri mattina l'ho visto e curiosamente, ho capito una cosa - e da Lynchana mi sembra una citazione non da poco - il film ha la struttura del nastro di Moebius.
Vi spiego: L'inizio e la fine coincidono, e se non conosci il cinema di David Lynch non puoi capire il collegamento.
Cosa succede all'inizio?
Gemma spiega a una bambina il motivo per cui i cuculi sono morti, perché hanno lasciato il loro nido. Curiosamente la stessa cosa si ripete nel finale (che ovviamente non vi anticipo) in cui accadono cose letteralmente fuori di testa.
Restano comunque parecchie domande insolute, le mie sono queste: Yonder è un altra dimensione? Come mai non si può più uscire?
Perché lo strano bambino cresce a vista d'occhio?
Sono stati rapiti dagli alieni?
Secondo me la prima risposta esatta potrebbe essere che Yonder si trova in un altra dimensione, è un altro mondo, e che il bambino è sempre l'agente immobiliare, che si reincarna per poter svolgere il suo compito, quello di alimentare il quartiere.
Anche quando danno fuoco alla casa, curiosamente ritorna come prima, come se il fuoco non è mai stato appiccato.
E non c'è un anima viva nel quartiere, solo una infinta sequenza di casette tutte uguali dove solo loro due vivono.
E' anche una satira sull'uniformazione delle persone, è palese si capisce dalle prime scene, sulla vita piccolo borghese e soprattutto sull'isolamento che potrebbe portare alla follia.
E' una cosa che fa paura ve lo garantisco.

La cosa che rende il film di difficile fruizione è proprio il fatto che sia una chiara metafora sulla vita familiare. Creare una famiglia e mandarla avanti non è mai facile, e Yonder è l'immagine delle difficoltà di una coppia a crescere un figlio. Vi assicuro che le urla del bambino hanno innervosito anche me, lo stesso bambino che curiosamente è capace di replicare le loro voci e di urlare per ottenere qualcosa.
Non è un riflesso onirico della vita familiare, potremmo definirlo un vero e proprio incubo dal quale i nostri protagonisti non ne usciranno più.
Non c'è soluzione a questo dilemma, non ci sono spiragli, Nulla.
E forse è proprio questo che Finnegan vuole sottolineare, l'incapacità di essere se stessi.
Un film quanto mai attuale che fa rabbrividire.





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