Lo devo dire: scrivere di cinema mi eccita, ma scrivere di cinema horror che mi è piaciuto mi rende euforica.
Ieri sera ho visto Swallow, subito dopo aver letto la recensione nel bollalmanacco dell'amica bolla, ho beccato i sottotitoli e me lo sono gustato.
Non si tratta di semplice film horror di intrattenimento no, questa è una operazione più sottile e più sconvolgente.
Perché Swallow non è il classico horror in cui ti aspetti grondate di sangue, frattaglie in bella vista e via dicendo, il regista fa in modo che quello che comunemente noi appassionati di horror ci aspettiamo non arrivi mai, perché direte voi?
Semplicemente il regista al suo esordio nel lungometraggio, decide di percorrere una via difficile e al quanto rischiosa: mettere in scena un orrore sottile, e psicologico che non richiede i famigerati salti nella sedia, o che lo spettatore si volti per paura di trovare qualcuno dietro le spalle, semplicemente noi spettatori dobbiamo guardare il suo film e immedesimarci in Hunter la protagonista.
Già capiamo subito che la giovane vive in una prigione dorata, col marito, giovane rampante amministratore delegato di una società, che praticamente vive del suo lavoro e non si occupa mai della moglie.
Hunter, che nasconde un trauma terribile dentro di se, non resta che passare il suo tempo nella lussuosa casa, dove potrebbe essere felice, ma purtroppo non lo è.
Carlo Mirabella Davis, - segnatevi questo nome - gestisce il film inserendo qualcosa di sconvolgente: una sottile violenza, dove quello che comunemente ci si aspetta non arriva mai, come dice Bollicina, è un film che ti resta appiccicato addosso, con un finale liberatorio.
Cosa ci vuole dire però Swallow?
Carlo Mirabella Davis, ispirandosi all'ossessione di sua nonna di lavarsi le mani, infatti il film è molto personale, racconta la storia di Hunter, che per sfuggire all'oppressione di quella vita borghese vuota e senza emozioni, comincia a ingoiare oggetti.
Comincia con i cubetti di ghiaccio, per arrivare ai minuscoli oggetti appuntiti trovati ovunque per casa, ingoia persino una batteria e una spilla da balia tanto per fare un esempio, la famiglia del marito vuole controllarla, mettendole accanto un badante che la controlli quando il marito non è in casa, e quando è in casa invita i suoi amici a nuotare in piscina.
Un film che racconta anche l'incapacità di un uomo di lasciare libera la persona con cui vive, e di controllarla costantemente.
Il vuoto che circonda la vita di questa coppia mette la pelle d'oca e fa anche più paura sapere che lei aspetta un bambino.
Un film davvero molto bello, mi è piaciuto e spero che lo facciano uscire presto in sala.
Ieri sera ho visto Swallow, subito dopo aver letto la recensione nel bollalmanacco dell'amica bolla, ho beccato i sottotitoli e me lo sono gustato.
Non si tratta di semplice film horror di intrattenimento no, questa è una operazione più sottile e più sconvolgente.
Perché Swallow non è il classico horror in cui ti aspetti grondate di sangue, frattaglie in bella vista e via dicendo, il regista fa in modo che quello che comunemente noi appassionati di horror ci aspettiamo non arrivi mai, perché direte voi?
Semplicemente il regista al suo esordio nel lungometraggio, decide di percorrere una via difficile e al quanto rischiosa: mettere in scena un orrore sottile, e psicologico che non richiede i famigerati salti nella sedia, o che lo spettatore si volti per paura di trovare qualcuno dietro le spalle, semplicemente noi spettatori dobbiamo guardare il suo film e immedesimarci in Hunter la protagonista.
Già capiamo subito che la giovane vive in una prigione dorata, col marito, giovane rampante amministratore delegato di una società, che praticamente vive del suo lavoro e non si occupa mai della moglie.
Hunter, che nasconde un trauma terribile dentro di se, non resta che passare il suo tempo nella lussuosa casa, dove potrebbe essere felice, ma purtroppo non lo è.
Carlo Mirabella Davis, - segnatevi questo nome - gestisce il film inserendo qualcosa di sconvolgente: una sottile violenza, dove quello che comunemente ci si aspetta non arriva mai, come dice Bollicina, è un film che ti resta appiccicato addosso, con un finale liberatorio.
Cosa ci vuole dire però Swallow?
Carlo Mirabella Davis, ispirandosi all'ossessione di sua nonna di lavarsi le mani, infatti il film è molto personale, racconta la storia di Hunter, che per sfuggire all'oppressione di quella vita borghese vuota e senza emozioni, comincia a ingoiare oggetti.
Comincia con i cubetti di ghiaccio, per arrivare ai minuscoli oggetti appuntiti trovati ovunque per casa, ingoia persino una batteria e una spilla da balia tanto per fare un esempio, la famiglia del marito vuole controllarla, mettendole accanto un badante che la controlli quando il marito non è in casa, e quando è in casa invita i suoi amici a nuotare in piscina.
Un film che racconta anche l'incapacità di un uomo di lasciare libera la persona con cui vive, e di controllarla costantemente.
Il vuoto che circonda la vita di questa coppia mette la pelle d'oca e fa anche più paura sapere che lei aspetta un bambino.
Un film davvero molto bello, mi è piaciuto e spero che lo facciano uscire presto in sala.
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