Uno dei migliori horror che ho visto, anzi con shine merita sicuramente il primo posto ex-aqueo, perchè è impossibile scegliere tra questo capolavoro assoluto del maestro George Andrew Romero, uno dei miei registi preferiti in assoluto, e shine capolavoro diretto da quello che è forse il maggior cineasta di tutti i tempi: Stanley Kubrick.
Questo è un grandissimo capolavoro, un opera definitiva, se non il MIGLIOR FILM di Romero in assoluto.
Parlare di questo film mi rende molto felice perchè dalla prima volta che l'ho visto mi è entrato dentro al cuore, in questo film Romero fa totalmente a pezzi la società americana e il consumismo, siamo nel pieno della guerra, una guerra che non conosce assolutamente limiti, la figura dello zombie, romeriano, che è protagonista di una trilogia entrata di diritto ormai nella storia del cinema, narra l'annullamento dell'identità e della coscienza per un essere, che vive ormai per consumare, sottolineando l'assenza anche dell'intelletto.
Romero ha il merito di aver raffigurato l'apocalisse, ovvero quella guerra che inizia in cui gli esseri umani devono combattere per non perdere se stessi; una guerra civile senza possibilità di salvezza, in cui tutti sono potenziali vittime.
Il film comincia con i mezzi di informazione che sono fuori servizio, in cui è quasi impossibile avvisare gli umani del pericolo incombente, poi c'è una guerra che viene combattuta in tutta l'america, e c'è un gruppo di giovani che si rinchiude in un centro commerciale...ed è proprio qui che il film si sviluppa, dentro un centro commerciale, che sottolinea l'acida critica di Romero al capitalismo e al consumismo, di cui il film è il ritratto autorale di un grandissimo autore della settima arte.
Romero critica il consumismo becero, creando un opera completa, e totale sul genere horror che è ormai diventata un cult per tutti gli horrorofili, la figura dello zombie, essere senza coscienza e intelletto che vuole solo nutrirsi di carne umana, un po' come la gente che vuole solo guardarsi la televisione e mangiare per esempio, comprare cose per poter essere qualcuno e via dicendo...questi ovviamente sono solo esempi di come viene descritto il consumismo, che il grande Romero lo mostra senza mascheramenti.
Se lo guardate, potete benissimo restare colpiti dall'assoluta mancanza di azione, tipica dell'horror moderno, sappiamo però che Romero è un narratore, a lui non interessa usare steadycam o altri marchingegni, a lui interessa concentrarsi sui personaggi, sulla storia che vuole raccontare, perciò la visione risulta parecchio empatica.
Un opera definitiva come l'ha chiamata Lucia, che altri hanno copiato e ricopiato, ma l'originalità se vogliamo chiamarla così ha valore, e le opere da cui tutti prendono spunto o ispirazione, possono essere considerate soltanto in un modo: come capolavori assoluti, e Dawn of the Dead lo è sicuramente.
Questo è un grandissimo capolavoro, un opera definitiva, se non il MIGLIOR FILM di Romero in assoluto.
Parlare di questo film mi rende molto felice perchè dalla prima volta che l'ho visto mi è entrato dentro al cuore, in questo film Romero fa totalmente a pezzi la società americana e il consumismo, siamo nel pieno della guerra, una guerra che non conosce assolutamente limiti, la figura dello zombie, romeriano, che è protagonista di una trilogia entrata di diritto ormai nella storia del cinema, narra l'annullamento dell'identità e della coscienza per un essere, che vive ormai per consumare, sottolineando l'assenza anche dell'intelletto.
Romero ha il merito di aver raffigurato l'apocalisse, ovvero quella guerra che inizia in cui gli esseri umani devono combattere per non perdere se stessi; una guerra civile senza possibilità di salvezza, in cui tutti sono potenziali vittime.
Il film comincia con i mezzi di informazione che sono fuori servizio, in cui è quasi impossibile avvisare gli umani del pericolo incombente, poi c'è una guerra che viene combattuta in tutta l'america, e c'è un gruppo di giovani che si rinchiude in un centro commerciale...ed è proprio qui che il film si sviluppa, dentro un centro commerciale, che sottolinea l'acida critica di Romero al capitalismo e al consumismo, di cui il film è il ritratto autorale di un grandissimo autore della settima arte.
Romero critica il consumismo becero, creando un opera completa, e totale sul genere horror che è ormai diventata un cult per tutti gli horrorofili, la figura dello zombie, essere senza coscienza e intelletto che vuole solo nutrirsi di carne umana, un po' come la gente che vuole solo guardarsi la televisione e mangiare per esempio, comprare cose per poter essere qualcuno e via dicendo...questi ovviamente sono solo esempi di come viene descritto il consumismo, che il grande Romero lo mostra senza mascheramenti.
Se lo guardate, potete benissimo restare colpiti dall'assoluta mancanza di azione, tipica dell'horror moderno, sappiamo però che Romero è un narratore, a lui non interessa usare steadycam o altri marchingegni, a lui interessa concentrarsi sui personaggi, sulla storia che vuole raccontare, perciò la visione risulta parecchio empatica.
Un opera definitiva come l'ha chiamata Lucia, che altri hanno copiato e ricopiato, ma l'originalità se vogliamo chiamarla così ha valore, e le opere da cui tutti prendono spunto o ispirazione, possono essere considerate soltanto in un modo: come capolavori assoluti, e Dawn of the Dead lo è sicuramente.
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